Adem Demaçi, figura simbolo della lotta per la libertà e l'indipendenza dei connazionali del Kosovo, nacque il 26 febbraio 1936 a Pristina.
Adem Demaci e Albin Kurti alla sua sinistra (archivio) |
La Direzione Generale degli Archivi dell'Albania ricorda che l'attività patriottica di Demaçi, in nome della resistenza nazionale, è senza paragoni. Demaçi denunciò con coraggio le ingiustizie inflitte dal regime serbo alla popolazione albanese del Kosovo. Nel 1958 pubblicò il suo romanzo intitolato "I Serpenti del Sangue" su due numeri della rivista letteraria "Jeta e re" (Nuova Vita).
La crescente popolarità di Demaçi, dopo questa pubblicazione, mise in moto gli apparati jugoslavi, che prepararono due scenari esclusivi: l'inclusione dello scrittore nella struttura del regime o la sua punizione. Nel novembre del 1958, Demaçi finì nelle mani della Polizia comandata dal governo autoritario dell'ex Jugoslavia, guidata da Josip Broz Tito.
Soffrì una condanna di tre anni con l'accusa di reato politico e propaganda ostile. Per analoghi motivi, sarebbe stato nuovamente imprigionato negli anni 1964-1974 e 1975-1990.
Nel 1991, fu insignito dal Parlamento Europeo del "Premio Sakharov". Durante i negoziati di Rambouillet, negli anni '98-'99, fu portavoce politico dell'Esercito di Liberazione del Kosovo (UCK).
Nel periodo dal 2005 al 2007, ha guidato l'Associazione degli Scrittori del Kosovo. Nel 2010, in segno di apprezzamento per la sua attività intrisa di carattere nazionale, gli è stato conferito l'ordine di "Eroe del Kosovo".
Demaçi è deceduto il 26 luglio 2018, all'età di 82 anni.