Tirana, obiettivo della vendetta iraniana contro Israele?

 L'attuale questione internazionale non può essere trascurata: la paura di una rappresaglia iraniana contro Israele ha scatenato una nuova ondata di tensioni sulla scena globale. A seguito del bombardamento dell'ambasciata di Teheran a Damasco e della morte di un importante operativo della Guardia Rivoluzionaria, si è raggiunto un punto critico, amplificando sospetti e preoccupazioni in tutto il mondo.

Tirana, Piazza Skanderbeg, una giornata piovosa, marzo 2022
 Tirana, Piazza Skanderbeg, una giornata piovosa, marzo 2022
Ieri, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha avvertito severamente l'Iran, acuendo ulteriormente le tensioni. Tuttavia, le informazioni provenienti dai servizi occidentali e israeliani indicano che l'Iran ha circa 100 lanciatori di missili a lungo raggio pronti a iniziare un attacco nel momento in cui il consiglio superiore dell'Iran dia il segnale "Ok".

Nel frattempo, la preoccupazione, sempre più espressa dalla CIA, dal Mossad e da altri servizi occidentali, è che questo attacco di rappresaglia potrebbe non essere isolato, ma accompagnato da una serie di attacchi terroristici in diversi paesi.

Secondo fonti di intelligence, la leadership iraniana ha dichiarato non solo l'intenzione di vendicarsi contro Israele, ma anche di dimostrare la capacità dell'Iran di seminare il caos a livello globale.

Uno dei potenziali obiettivi di questi atti terroristici, come enfatizzato dai rapporti di intelligence, è Tirana, in Albania. Infatti, Albania e Turchia sono considerate tra le località più menzionate nei piani operativi.

Questa preoccupazione nasce proprio dall'intersezione delle informazioni provenienti dall'intelligence turca e dall'intelligence israeliana.

Tel Aviv ha la sua ambasciata nel cuore di Tirana, in un alto edificio situato vicino alla cattedrale ortodossa e alla Corte Suprema. Inoltre, quella zona è frequentata sia dai cittadini che dai turisti.

L'Albania è stata oggetto di cyberattacchi iraniani per un po' di tempo, con casi occasionali considerati tentativi di bombardare il campo dei Mujahideen, l'opposizione all'Iran.

Come appreso, ciò che è accaduto l'anno scorso a Manza era informazioni dai servizi partner che un attacco terroristico sarebbe avvenuto in quella zona. Edi Rama ha successivamente ordinato una feroce operazione della polizia contro i Mujahideen, temendo che un attacco lì avrebbe compromesso il turismo, non solo nella Baia di Lalzi ma in tutto il paese.

Questa paura esiste ancora oggi, poiché il servizio segreto iraniano ritiene che i Mujahideen non siano altro che parte di un'operazione israeliana per minare il regime iraniano sia sul cyberspazio che sul terreno.

Sono stati proprio i Mujahideen stessi a rivelare che le grandi proteste avvenute un anno fa in Iran sono state organizzate da loro. Teheran crede che tutto sia stato organizzato e supportato da Israele.

L'Iran è presente a Tirana, nonostante l'Albania abbia interrotto le relazioni diplomatiche. Edi Rama, con la mediazione di Erdogan, ha concordato che questa rappresentanza sia nell'ambasciata turca situata sulle colline di Sauk. Ciò è stato fatto per evitare di creare una relazione ostile e per fermare i cyberattacchi. Tuttavia, ciò non è accaduto, e gli hacker iraniani hanno attaccato i server del Parlamento albanese e quelli dell'INSTAT, mettendo a rischio i dati del censimento.
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