Un violento alterco tra due detenuti albanesi nel carcere di Korydallos in Grecia ha tragicamente portato alla morte di Alfons Doci, 35 anni.
Alfons Doci e Xhuliano Halili |
Il conflitto è scoppiato nel settore numero 4 del notorio carcere greco, dove scontano la pena decine di detenuti albanesi. Secondo il media greco Protothema, Doci è stato mortalmente accoltellato da Altin Vokri, un albanese del Kosovo di 46 anni che ha subito anche lui delle ferite durante l'alterco fisico. I rapporti indicano che le ferite di Vokri non mettono in pericolo la sua vita.
Il detenuto deceduto, di 35 anni, stava scontando una pena a Korydallos per due omicidi. Aveva commesso il primo omicidio di un uomo d'affari nella zona ovest di Atene durante una rapina nel 2017, seguito poco dopo dall'omicidio di una persona anziana in circostanze simili.
Nel 2018, durante un trasferimento a Creta, Doci è riuscito a fuggire da un traghetto e è stato arrestato due giorni dopo in una casa a Nea Filadelfia.
Nel frattempo, Altin Vokri è noto per essere stato condannato per il coinvolgimento in un'organizzazione criminale di traffico di droga.
Le autorità carcerarie greche hanno già avviato un'indagine su come il coltello utilizzato dal 46enne sia stato ottenuto durante l'alterco mortale, così come sulle circostanze che hanno portato alla morte di Alfons Doci. I rapporti iniziali suggeriscono che i detenuti stavano discutendo se entrare o meno nella loro cella a causa del caldo, il che ha fatto scaturire il violento scontro.
L'incidente mette in luce le sfide continue all'interno dei carceri greci, in particolare per quanto riguarda la gestione e la sicurezza dei detenuti provenienti da diverse esperienze criminali. Mentre le autorità proseguono nelle indagini, rimangono aperte domande sulla efficacia dei protocolli penitenziari nel prevenire esiti così tragici.
Il scenario intorno alla tragedia di mezzogiorno avvenuta nel famigerato carcere di Korydallos in Grecia, dove Alfons Doci di 35 anni è stato fatalmente accoltellato, ha preso una svolta drammatica.
Inizialmente, Altin Vokri è stato indicato come l'aggressore, ferito durante l'alterco. Tuttavia, gli investigatori greci, dopo aver visionato le riprese delle telecamere di sorveglianza del carcere, hanno identificato Xhuliano Halili come l'effettivo autore del crimine.
Affrontando le prove, Halili ha ammesso l'omicidio, confessando di aver accoltellato il suo compagno con un coltello da cucina dopo una precedente disputa sulle condizioni della stanza.
Lo scontro tra Halili, Doci e Vokri è avvenuto nel reparto 4 del carcere, dove sono detenuti condannati per crimini gravi tra cui omicidi. L'alterco è iniziato quando il personale del carcere ha chiesto ai detenuti di rientrare nelle loro celle. A causa delle alte temperature, alcuni hanno obbedito mentre altri hanno rifiutato, scatenando un conflitto che è poi degenerato in violenza.
Ciò che sorprende particolarmente è che l'aggressore e la vittima erano amici. Nel 2018, erano fuggiti insieme durante il loro trasferimento a Creta dal furgone di trasporto detenuti al porto del Pireo.
Quanto al 42enne autore dell'omicidio, sta scontando una pena a vita per l'uccisione di due albanesi, di 35 e 23 mesi, a Kallamata.
Xhuliano Halili, noto anche come "Niko", è accusato di un altro crimine noto. Nel novembre 2011, avrebbe eseguito un assassinio su ordine del famigerato criminale greco Vasilis Varelas per il riciclaggio di denaro, prendendo di mira Fillim e Oligert Mesaja, originari del villaggio di Caj a Kukës. Halili ha sparato al padre del bambino in testa prima di accoltellarlo alla gola. È anche accusato di altri due omicidi su commissione nel 2008 e nel 2009, prendendo di mira cittadini greci.
L'incidente sottolinea le sfide in corso all'interno del sistema carcerario greco, sollevando interrogativi sui protocolli di sicurezza e sulla gestione dei detenuti. Mentre le indagini proseguono, le autorità si confrontano con la complessità nel prevenire eventi così tragici in futuro.