Lo scrittore serbo Dejan Atanacković fa pressione per il riconoscimento del Kosovo al Portone di Tirana

 Lo scrittore serbo e artista visivo Dejan Atanacković è stato tra i partecipanti illustri del "Portone di Tirana 2024", Festival Internazionale della Letteratura, impegnandosi in un affascinante dibattito artistico incentrato sulla politica. Per Atanacković, la politica non è solo uno spazio per le lotte di potere, ma anche un paesaggio emotivo che profondamente influisce la società e la cultura.


Dejan Atanacković nel "Portone di Tirana"
 Dejan Atanacković al "Portone di Tirana"
Una voce coraggiosa nella letteratura serba, Atanacković si distingue come uno dei pochi scrittori serbi che ha apertamente sostenuto la riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo. Il suo lavoro solleva spesso controversie, in quanto affronta frequentemente temi politici e sociali sensibili, sfidando lo status quo e stimolando dibattiti sulla direzione della Serbia e delle più ampie Balcani.

Dal festival, Atanacković non ha esitato a offrire una critica tagliente della situazione politica e culturale attuale della Serbia. Nel suo discorso, ha enfatizzato l'importanza di definire la posizione della Serbia in relazione all'Europa e al Kosovo, in particolare in termini di cultura e valori. 

"Dobbiamo determinare il posto della Serbia in relazione all'Europa, al Kosovo, e dobbiamo definire la posizione della Serbia nei confronti della cultura. Non sono mai stato un fautore della violenza, e ciò che sto dicendo qui, ho detto anche nel mio paese. Ma so che il regime è pronto alla violenza; so che il regime sta perpetuando la violenza contro di noi, i cittadini. La risposta che dobbiamo dare deve essere appropriata," ha dichiarato.

Atanacković ha espresso preoccupazione che le tendenze politiche attuali stiano spingendo la società serba verso l'isolamento e il provincialismo, minando le tradizioni democratiche e impedendo progressi significativi. "La politica nei nostri paesi sta favorendo società chiuse e provincialismo, ostacolando lo sviluppo delle tradizioni democratiche," ha aggiunto lo scrittore, evidenziando la necessità di aperture culturali e politiche.

Atanacković è anche un celebre romanziere, con il suo libro accademico "Luzitanja" che esplora l'intrigante intersezione tra storia, memoria e follia. Il romanzo intreccia la storia di una nave britannica con un ospedale psichiatrico a Belgrado, offrendo una profonda meditazione sull'identità, il trauma e la condizione umana.

Il festival Portone di Tirana, un raduno annuale che celebra il potere della letteratura per riflettere e criticare la vita contemporanea, ha riunito 11 autori internazionali e oltre 20 scrittori albanesi nella sua edizione del 2024. Attraverso discussioni, pannelli e letture, il festival ha esplorato le complessità dell'esperienza umana moderna, la politica e il ruolo della letteratura nel plasmare il discorso pubblico.

La partecipazione di Atanacković al festival era un potente ricordo del ruolo che gli artisti e gli scrittori giocano nel spingere i confini, interrogare il potere e stimolare il dialogo oltre le frontiere. Le sue parole hanno risuonato non solo con i suoi connazionali serbi ma anche con il pubblico internazionale più ampio, sottolineando l'obiettivo del festival di creare una piattaforma per una riflessione critica sui più gravi sfidi politici e culturali odierni.
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