In una scoperta rivoluzionaria, il ricercatore bielorusso Aleksander Novik ha recentemente condiviso con Shqiptarja.com la scoperta di oltre 300 mattoni incisi con uno degli alfabeti albanesi più antichi conosciuti. Questa straordinaria scoperta, risalente a secoli fa, è stata portata alla luce dall’archeologo russo Dmitry Zenyuk nel 2015 nel villaggio di Margaritovo, nella regione di Rostov in Russia. Tuttavia, dopo la scoperta iniziale, molti di questi reperti sono misteriosamente scomparsi, portando alcuni a sospettare che siano stati presi dalle autorità russe. La scoperta ha suscitato grande interesse tra storici e linguisti che studiano il patrimonio culturale e l'antica lingua albanese.
Aleksander Novik e il suo collega con antichi mattoni con iscrizioni albanesi |
Novik, uno studioso fluente in albanese, ha acquisito la conoscenza della lingua dai professori russi Gertruda Intrei e Irina Horonina, entrambi con studi in Albania negli anni '50. Questa formazione gli ha permesso di ricercare e comprendere il significato della presenza storica della diaspora albanese nelle regioni meridionali dell'Impero Russo. Fino a poco tempo fa, la conoscenza di questo patrimonio albanese era rimasta in gran parte oscura, persino agli studiosi albanesi.
Un alfabeto albanese più antico di quello di Elbasan?
Per oltre un millennio, i reperti archeologici hanno mostrato poche prove di un alfabeto albanese precedente il ben documentato alfabeto di Elbasan. La maggior parte delle antiche iscrizioni albanesi ritrovate finora sono in caratteri latini o greci, con poche tracce degli alfabeti unici dell'Albania. Quando Zenyuk e il suo team hanno scoperto inizialmente i mattoni incisi a Margaritovo, si riteneva che fossero legati all’alfabeto di Elbasan utilizzato dalle comunità albanesi in Ucraina. Tuttavia, Novik ha suggerito che questo potrebbe rappresentare un alfabeto albanese completamente distinto e più antico. Questa teoria sta guadagnando consensi e aggiunge complessità alla storia degli antichi sistemi di scrittura albanesi.
La diaspora albanese nell'Impero Russo
La storia della migrazione albanese in Russia rimane un capitolo poco conosciuto della storia. Diverse comunità albanesi si stabilirono nei territori dell'Impero Russo già nel XVIII secolo, trasferendosi prima in Bulgaria dalla regione di Korça in Albania. Alla fine, molte di queste famiglie si trasferirono nel sud della Russia all'inizio del XIX secolo a causa delle guerre russo-turche. Queste comunità sono riuscite a preservare la loro lingua e identità culturale per secoli. Note per i loro dialetti unici e la conservazione di antiche forme linguistiche, parlano una versione "arcaica" dell'albanese, distinta dall'albanese contemporaneo parlato nei Balcani.
La ricerca di Novik sul patrimonio albanese in Russia
Il lavoro di Novik ha rivelato importanti informazioni sulla vita delle comunità albanesi nelle regioni meridionali dell'Ucraina, in particolare intorno a Odessa e Zaporizhzhia. Ha identificato quattro villaggi con significative popolazioni albanesi i cui abitanti mantengono sia la lingua che la memoria delle loro origini. Nonostante secoli di separazione geografica dai Balcani, queste comunità sono riuscite a mantenere vive le loro tradizioni linguistiche e culturali.
La ricerca di Novik comprende spedizioni sul campo nella regione di Azov, dove lui e i suoi colleghi hanno portato alla luce centinaia di mattoni segnati con caratteri antichi albanesi. Il sito di Margaritovo ha prodotto oltre 200 mattoni con iscrizioni albanesi, e i musei in Russia ora conservano circa 300 esempi di questo script.
Prospettive future per gli studi albanesi nell'Europa dell'Est
Novik ha ricevuto il Premio Nazionale della Scienza dall'Accademia delle Scienze Albanese nel 2017, un riconoscimento che evidenzia la sua dedizione alla preservazione del patrimonio delle comunità albanesi nell'Europa dell'Est. Sottolinea che lo studio della diaspora albanese resta cruciale in Russia e nei paesi vicini, e spera di continuare il suo lavoro archeologico per scoprire di più su queste antiche iscrizioni.
Questa straordinaria scoperta apre un nuovo capitolo nello studio del patrimonio linguistico e culturale dell'Albania. Getta luce su un aspetto nascosto della diaspora albanese, preservando un’antica lingua e identità attraverso secoli e confini.
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