L'Ufficio del Procuratore della Repubblica in Macedonia del Nord ha avviato un'indagine su due cittadini macedoni sospettati di aver partecipato alla guerra in Ucraina. Entrambi sono accusati di aver combattuto per gruppi paramilitari russi, incluso il famigerato Gruppo Wagner. Tale partecipazione a conflitti stranieri costituisce un reato penale in Macedonia del Nord, punibile con una pena fino a quattro anni di reclusione, come riportato da Radio Free Europe qui.
Membri paramilitari russi del Wagner |
Azioni Legali e di Sicurezza
Il Ministero degli Affari Interni (MPB) e l'Ufficio del Procuratore non hanno rivelato il numero totale di cittadini macedoni coinvolti nel conflitto né l'esistenza di reti organizzate di reclutamento. Tuttavia, i casi recenti rivelano dettagli preoccupanti.
Il 23 dicembre 2024, le autorità hanno annunciato procedimenti penali contro un uomo di 37 anni di Skopje, identificato come Lj.B., che avrebbe aderito alle forze russe in Ucraina. Lj.B. e un altro individuo, ora deceduto, avrebbero fatto domanda per il servizio nell'esercito russo tramite l'app Telegram e sarebbero partiti per la Russia nel settembre 2024. Lì, hanno firmato contratti con il Ministero degli Affari Interni dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, unendosi a formazioni militari e paramilitari.
Durante la perquisizione della residenza di Lj.B., la polizia ha trovato documenti, attrezzature tattiche e altri oggetti che confermano il suo coinvolgimento. Il tribunale ha disposto gli arresti domiciliari per Lj.B.
In precedenza, il 30 novembre 2024, un altro cittadino macedone, un uomo di 28 anni identificato come J.K., è stato arrestato al suo ritorno da Mosca. J.K. avrebbe viaggiato in Russia nell'ottobre dello stesso anno per unirsi all'esercito russo con la promessa di un pagamento di €3.000. È stato accusato dopo essere stato contattato da un reclutatore online, aver consegnato il suo passaporto a Mosca e aver completato un addestramento militare di base.
Implicazioni e Preoccupazioni Più Ampie
Questi casi evidenziano una tendenza preoccupante di cittadini macedoni reclutati per combattere in conflitti stranieri, sollevando interrogativi sull'esistenza di reti di reclutamento organizzate nella regione. Sebbene il MPB abbia confermato indagini in corso, le autorità non hanno commentato se questi incidenti siano isolati o parte di un modello più ampio.
La Macedonia del Nord ha una storia di cittadini che si uniscono a guerre straniere. Negli anni passati, oltre 140 macedoni hanno viaggiato in Siria e Iraq per combattere con gruppi terroristici. I parallelismi tra questi casi e i recenti rapporti sul coinvolgimento in Ucraina sottolineano la sfida persistente di prevenire l'estremismo e il reclutamento all'estero.
Ruolo del Gruppo Wagner nei Balcani
Il Gruppo Wagner, una compagnia militare privata russa, è stato determinante nelle operazioni militari della Russia in tutto il mondo. Fondato nel 2014 da Yevgeny Prigozhin, Wagner ha acquisito notorietà per le sue tattiche brutali in Ucraina, Siria e Africa. Il gruppo è stato anche collegato a sforzi di reclutamento nei Balcani, con la Serbia come punto focale.
In Serbia, sono emersi murales pro-Wagner e annunci di reclutamento online fin dall'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022. Sebbene le autorità serbe affermino di indagare su queste attività, rapporti suggeriscono che alcuni serbi si siano uniti al Wagner e ad altre unità paramilitari russe.
Contesto Regionale
Reclutamenti per le forze russe sono stati segnalati anche in Bosnia-Erzegovina, Montenegro e altri stati balcanici. Combattenti provenienti da questi paesi si sono uniti a unità come il gruppo Volk, il Battaglione Sudoplatov e altre formazioni paramilitari sotto comando russo. Alcuni reduci hanno testimoniato sulle loro esperienze, facendo luce sulle reti sotterranee che facilitano tali coinvolgimenti.
Implicazioni per la Macedonia del Nord
Il coinvolgimento di cittadini macedoni nel conflitto in Ucraina solleva significative preoccupazioni di sicurezza per la Macedonia del Nord e la regione. Le autorità devono affrontare questi incidenti con decisione per prevenire ulteriori reclutamenti e mitigare i rischi rappresentati dai combattenti di ritorno.
Questi casi sottolineano inoltre le complesse dinamiche geopolitiche nei Balcani, dove l'influenza russa e le attività di reclutamento continuano a sfidare la stabilità regionale. Sarà essenziale una cooperazione internazionale efficace per contrastare queste minacce e difendere lo stato di diritto.