Un inquietante incidente nel villaggio di Katjel, nel comune di Prrenjas, ha suscitato indignazione dopo che a una donna di 63 anni della comunità egiziana è stata negata la sepoltura nel cimitero del villaggio. Il caso ha suscitato una diffusa condanna e un'azione legale, evidenziando la persistente discriminazione nei confronti dei gruppi minoritari nelle aree rurali dell'Albania.
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Membri della comunità egiziana in Albania parlano con i media locali di questa discriminazione. |
L'avvocato Gentian Seirani, che rappresenta la famiglia e gode del sostegno di organizzazioni della società civile, ha presentato una denuncia penale alla Procura di Elbasan. "Questo è indubbiamente un evento grave che deve costituire un precedente. Abbiamo a che fare con azioni che violano la dignità e il rispetto del defunto ai sensi dell'articolo 118 del codice penale. Inoltre, consideriamo questo un atto di discriminazione razziale, poiché è chiaramente motivato da pregiudizi etnici", ha affermato Seirani.
L'incidente ha provocato forti reazioni da parte della comunità egiziana e dei difensori dei diritti umani. Dopo due giorni di proteste e attività di sensibilizzazione, il corpo di Doda è stato finalmente sepolto nel cimitero pubblico della città di Prrenjas — lontano dal villaggio dove aveva trascorso la maggior parte della sua vita.
Questo caso ha riportato l'attenzione sul trattamento delle comunità minoritarie in Albania, specialmente nelle aree rurali dove le strutture tradizionali spesso prevalgono sugli standard legali. Sottolinea l'urgente necessità che lo Stato applichi le leggi antidiscriminazione e garantisca che i diritti umani fondamentali — come il diritto a una sepoltura dignitosa — siano rispettati per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro origine etnica o dal loro status sociale.
Le organizzazioni della società civile si sono impegnate a monitorare attentamente il caso e hanno chiesto alle autorità di ritenere i responsabili. Hanno anche sottolineato l'importanza di un cambiamento sistemico per prevenire il ripetersi di tali atti di esclusione e ingiustizia.