L'onnipresente sorveglianza da parte di Facebook e Google di miliardi di persone rappresenta una "minaccia sistematica" per i diritti umani.
L'accusa arriva da Amnesty International nel rapporto di 60 pagine "Surveillance Giants", pubblicato mercoledì, che evidenzia i rischi per la privacy e, si spera, un "cambiamento radicale" nel loro modello di business.
L'organizzazione invita Facebook e Google a correggere eventuali violazioni dei diritti umani e a modificare il proprio modello di business.
Nel rapporto, Amnesty International riconosce il ruolo positivo di Google e Facebook nel "collegare il mondo e fornire servizi essenziali a miliardi di persone". Ma il prezzo è salato, in quanto il modello di business delle due società - basato sulla raccolta di dati degli utenti, il monitoraggio delle attività online e la loro classificazione a fini pubblicitari - consente alle "persone di godere dei diritti umani online solo tramite soggetto a un sistema basato su violazioni dei diritti umani ”.
"Google e Facebook dominano le nostre vite moderne, acquisendo un potere senza precedenti nel mondo digitale raccogliendo e monetizzando i dati personali di miliardi di persone", afferma Kumi Naidoo, segretario generale di Amnesty International.
"Il loro controllo segreto delle nostre vite digitali minaccia la privacy stessa ed è una delle maggiori sfide per i diritti umani della nostra era".
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