Con 30 anni di esperienza come rappresentante della comunità albanese in Italia, dedicato ai temi sociali, Edmond Godo ha già firmato la candidatura al Consiglio Comunale del Comune di Roma. Il 3-4 ottobre Godo si presenta nelle liste del Pd a Roma. Edmond Godo ha dato un prezioso contributo all'insegnamento della lingua albanese nella diaspora. In un'intervista per "Diaspora Shqiptare" afferma che la lingua albanese nella diaspora è in pericolo, quindi sono necessari i massimi sforzi per aprire altrettante scuole per l'inseniamento della lingua madre.
Vivi a Roma da anni e il tuo contributo alla comunità albanese e non solo è stato molto prezioso. Tra gli ultimi progetti c'è l'apertura di un'altra scuola di lingua albanese?
Sì, vivo a Roma da 30 anni. Mi occupo di volontariato in diverse ONG dal 1996, e si sono consolidate quando abbiamo fondato l'associazione "Besa" nel 2002 presso l'Università "La Sapienza" qui a Roma, e grazie a questa organizzazione abbiamo iniziato a fare attività socio-culturali con l'obiettivo di promuovere la nostra cultura e le nostre tradizioni ai nostri amici italiani.
Erano anni difficili, in cui per noi albanesi prevaleva un alto pregiudizio.
Attualmente l'associazione Besa-Aps (associazione di promozione sociale) promuove da anni le attività socio-culturali, ed è il quarto anno che organizza il corso di lingua albanese qui a Roma presso Upter, Universita Popolare di Roma. Ora abbiamo avviato le trattative per aprire una nuova filiale dove c'è un'alta concentrazione di albanesi qui a Roma.
Dopo molti anni di esperienza come Assessore aggiunto nell'Unità Comunale n.III e come componente della Consulta dei Cittadini per l'Emigrazione di Roma Capitale, hai già firmato la candidatura al Consiglio Comunale del Comune di Roma. Perché stai puntando a questo post?
La candidatura è arrivata dopo che ho fatto parte di questo partito sin dalla sua fondazione nel 2007, dove ero candidato nella lista "I Democratici per Enrico Leta". Ancora oggi continuo ad essere parte attivo delle strutture del territorio in cui vivo.
Miro a questo posto perché ho 10 anni di esperienza in questa istituzione come eletto, e penso di poter dare il mio contributo.
I tuoi sostenitori sui social network sono numerosi, questo è sicuramente il frutto del tuo contributo in questi anni. Quanto sei motivato da questo supporto a fare ancora di più per la comunità?
Grazie per il supporto, ma penso che il mondo digitale sia una cosa e quello reale un'altra. Parlando di cemento, niente si può fare da soli.
Senza il contributo specifico di ogni genitore che ogni sabato viene alla scuola albanese con i propri figli, non si sarebbe ottenuto nulla. Oggi, grazie all'iniziativa dell'associazione Besa, siamo a scuola per insegnare la lingua albanese ai nostri figli, e questo si chiama continuità.
Quali sono i progetti che avete per Roma, il futuro della comunità albanese?
Il mio impegno sarà quello di migliorare i servizi a Roma, perché sono convinto che la differenza tra le città stia proprio in questo aspetto.
Per la nostra comunità ho solo una parola: collaborare il più possibile per la conservazione della nostra identità culturale all'estero. Marco Aurelio, imperatore e filosofo dell'antica Roma diceva: se non sai da dove vieni, non sai dove vai nella vita, ma non sai nemmeno cosa fai.
Tornando all'insegnamento della lingua albanese, l'apertura di nuove scuole mostra un aumento dell'interesse per l'inseniamento della lingua albanese nella Diaspora?
Non vedo che ci sia interesse, ma pericolo, quindi stiamo cercando di aprire le scuole.
Da anni si nota che i nostri figli nati e cresciuti da genitori albanesi nella diaspora non parlano albanese. Il messaggio è chiaro: stiamo perdendo la nostra lingua madre dalla prima generazione.
Senza linguaggio non c'è patriottismo, e per questo si sono mobilitate tante associazioni, volontari o ex insegnanti, ecc., che hanno capito questo pericolo, ma che hanno bisogno di essere sostenute dalle nostre istituzioni.
Continuerai con il tuo contributo all'apertura delle scuole albanesi?