Rama e Meloni dopo la firma dell'accordo e sullo sfondo la Corte Costituzionale albanese (montaggio) |
La Corte Costituzionale albanese ha emesso oggi una decisione affermando che l'accordo tra Albania e Italia riguardante i migranti "è conforme alla Costituzione", aprendo così la strada alla sua ratifica da parte del parlamento. La decisione è stata presa dalla maggioranza dei 9 membri della Corte.
Contesto
La massima autorità giudiziaria del paese è stata chiamata a intervenire a seguito di una richiesta di un gruppo di deputati dell'opposizione che sostenevano che il protocollo tra i due paesi violasse la Costituzione del paese e le Convenzioni sui Diritti Umani delle quali l'Albania è parte. La corte ha sospeso le procedure parlamentari per la sua approvazione a dicembre sulla base di questa richiesta.
Dettagli dell'Accordo
L'accordo, firmato il 6 novembre dell'anno precedente a Roma tra il primo ministro italiano Giorgia Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama, coinvolge i migranti originari dai paesi del Nord Africa intercettati in mare dalle autorità italiane. Prevede la creazione di due centri: il primo a Shëngjin, dove verranno effettuate le procedure di verifica per i migranti, e il secondo a Gjadër, dove le persone saranno trattenute in isolamento fino al completamento delle procedure di accettazione o rifiuto dell'asilo.
Decisione della Corte
Secondo i deputati dell'opposizione, l'accordo intaccava la sovranità dell'Albania rinunciando ai suoi diritti sul territorio dove erano previsti i centri di accoglienza, richiedendo l'autorizzazione presidenziale per le negoziazioni. Tuttavia, la Corte Costituzionale ha affermato che il protocollo "non stabilisce confini territoriali o modifica l'integrità territoriale della Repubblica di Albania e, pertanto, non costituisce un accordo relativo al territorio nel suo aspetto fisico." La Corte ha anche sottolineato che il Trattato di Amicizia e Cooperazione del 1995 tra Albania e Italia, che affronta le questioni della migrazione, forniva una base sufficiente per negoziare il protocollo.
Osservazioni Chiave
La corte ha sottolineato che le responsabilità delineate nel protocollo rientrano nella giurisdizione delle autorità albanesi e non escludono la giurisdizione legale albanese nelle zone designate. La decisione ha contrastato le affermazioni secondo cui l'accordo comprometteva i diritti e le libertà dei migranti, affermando che l'accordo non introduceva nuovi diritti o restrizioni costituzionali oltre a quelli previsti dalla legge albanese.
Reazioni alla Decisione
Il capogruppo parlamentare del Partito Democratico, Gazmend Bardhi, uno dei firmatari del ricorso presentato alla Corte Costituzionale, ha criticato la decisione, sottolineando preoccupazioni sulla trasparenza e sulla mancanza di un parere consultivo della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Nonostante ciò, la decisione consente la ripresa delle procedure parlamentari per la ratifica dell'accordo con un voto a maggioranza semplice.
Conclusione
La decisione della Corte Costituzionale fornisce una valida legittimazione legale per l'accordo migratorio Albania-Italia, sottolineandone la costituzionalità e aprendo la strada alla ratifica parlamentare. Si prevede che l'esito avrà implicazioni per il dibattito in corso sulle politiche migratorie e sulla cooperazione tra le due nazioni.