La situazione degli detenuti albanesi nelle carceri greche ha suscitato preoccupazioni significative negli ultimi anni, con circa 1600 albanesi attualmente in carcere — una cifra aritmetica standard negli ultimi tempi. Tuttavia, ciò che distingue la loro situazione è la discriminazione apparente che affrontano all'interno del sistema giudiziario greco.
Prigione di Korydallos |
Una parte significativa degli albanesi nelle carceri greche è stata condannata basandosi esclusivamente su opinioni anziché su prove concrete, ricevendo condanne sproporzionatamente severe rispetto ai locali per simili reati penali, come riportato dal portale albanese in Grecia, FJALA JONË.
Un caso del genere è quello di Shaban Safet Veizi, che ha subito una condanna di 20 anni e 5 mesi per il possesso di 16 chili di hashish. Nonostante sia stato rilasciato con il divieto di lasciare la Grecia per 10 anni, il caso di Veizi mette in luce la gravità della punizione inflitta agli detenuti albanesi. Egli stesso ha dichiarato in un'intervista televisiva che è stato condannato per il solo fatto di essere di origine cam (Chameria è una regione nel nord della Grecia e era popolata da albanesi fino all'inizio del XX secolo e secondo alcuni fatti e fonti questa popolazione albanese fu displaciata forzatamente dai greci dell'epoca).
Un'altra istanza allarmante è il caso di Niko Kordhishta di Fier, condannato a 20 anni di prigione per furto e tentato furto. Attualmente detenuto nella prigione di Melandrino ad Amfissa, Kordhishta si appresta ad affrontare la Corte d'Appello il 31 maggio, cercando rappresentanza dall'ambasciata albanese e dagli avvocati albanesi.
Secondo Kordhishta, è stato condannato dalla Corte di Prima Istanza di Agrinio sulla base di accuse che devono ancora essere supportate da prove. Il suo arresto in modo brutale il 1º dicembre 2020 ha portato alla successiva perdita della moglie incinta, cittadina greca, e del loro bambino non ancora nato.
Il processo di Kordhishta, iniziato il 26 ottobre e concluso il 20 dicembre 2021, sottolinea le lunghe battaglie legali affrontate da molti detenuti albanesi in Grecia. Essendo arrivato in Grecia all'età di 13 anni, Kordhishta, ora 45enne, è un padre di famiglia sposato con due figli e ha una professione come chef fin dal giorno del suo arresto.
Dopo aver scontato 3,5 anni e lavorato ulteriori 3 anni in prigione, Kordhishta cerca giustizia e nulla più che giustizia per un crimine che sostiene di non aver commesso.
Anche se il caso di Kordhishta ha attirato l'attenzione sia dei media albanesi che greci, esso getta luce su una questione più ampia di discriminazione e trattamento ingiusto affrontato dagli detenuti albanesi all'interno del sistema giudiziario greco. Man mano che casi simili continuano a emergere, diventa imperativo affrontare i pregiudizi sistematici e garantire che la giustizia sia servita in modo imparziale, indipendentemente dalla nazionalità o dall'etnia.
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