L'8 gennaio 2024, Xhuliano Prenga sembrava aver firmato la propria condanna a morte. Accusato dell'omicidio di Mustafa Aljiburi, anche conosciuto come "Benzema", Prenga si trovava isolato nei confini della prigione di Baghdad. Tuttavia, sviluppi recenti suggeriscono un cambiamento nella sua fortuna.
A sinistra/in alto, un'immagine raffigura Xhuliano Prenga accanto all'auto dove Mustafa Aljiburi ha incontrato la sua fine, mentre a destra (in un montaggio) ritrae il defunto Aljiburi. |
Più dettagli riguardanti il destino del giovane albanese detenuto in isolamento a Baghdad per l'omicidio di Mustafa Aljiburi sono stati portati alla luce dal giornalista Ervin Dushi.
In un'intervista con "Jetë Shqiptare", Dushi ha rivelato che lo Stato svedese è intervenuto per assicurare che il giovane albanese non sia condannato a morte. In cambio di questo accordo, lo Stato avrebbe pagato almeno 10 milioni di euro all'Iraq. Tuttavia, ciò non risolve completamente il predicamento del giovane. Anche se risparmiato dalla condanna a morte, rimane rinchiuso.
"Abbiamo cercato di contattare sua madre, ma è stato difficile perché c'è bisogno di comprensione. C'è un bambino vivo che non lo ha vivo. Continua a essere a Baghdad in prigione, e l'unico lato positivo è che lo Stato svedese ha pagato per 'comprare' la sua vita. Hanno utilizzato una clausola che avevano con le tribù lì, dove potevano essere fatti degli accordi. Hanno pagato circa 10 milioni di euro. Ci si aspetta che il tribunale decida; potrebbe essere condannato all'ergastolo, ma è sufficiente che sia vivo. Non lo distruggano in mezzo alla città. Questo è l'unico lato positivo. Le possibilità di deportazione sono poche perché deve scontare la sua pena nel paese dove ha commesso il crimine," ha spiegato Dushi.
Mustafa Aljiburi, 34 anni, è stato mortalmente colpito l'8 gennaio in un'auto nel quartiere di Ameria a Baghdad, Iraq. Una persona, che secondo i media iracheni era apparsa su una motocicletta e aveva aperto il fuoco, è fuggita dal luogo ma è stata successivamente arrestata dalla polizia poche ore dopo l'incidente. Xhuliano Prenga, il 19enne che ha sparato mortalmente al gangster conosciuto col soprannome di "Benzema", era albanese. Dato che il giovane aveva un passaporto svedese, si è capito che era albanese solo da un tatuaggio di un'aquila sul suo braccio.
L'albanese era stato preparato per adempiere al compito affidatogli, molto probabilmente da una gang rivale. Considerando la difficile situazione tra clan di droga in Svezia, i media hanno evitato di pubblicare ulteriori notizie sul giovane, cercando almeno di proteggere la sua famiglia—sua madre, sua sorella e suo fratello—che risiedono ancora in Svezia.
La narrazione in evoluzione riguardante Xhuliano Prenga riflette non solo le complessità della sua situazione individuale, ma anche le sfide più ampie affrontate nel campo della giustizia internazionale e le intricate dinamiche dei sottoboschi criminali. Mentre la sua storia si svolge, serve come un toccante ricordo del profondo impatto del crimine e della ricerca di redenzione in mezzo alle avversità.