L'Italia è il peggior paese dell'UE per i neolaureati?

 L'occupazione tra i neolaureati nell'Unione Europea sta crescendo lentamente ma costantemente. Secondo i dati più recenti di Eurostat, la percentuale di laureati che trovano lavoro entro tre anni dal conseguimento del titolo è aumentata dell'1,1% tra il 2022 e il 2023, segnando un incremento complessivo del 9,2% rispetto al 2013.

L'Italia è il peggior paese dell'UE per i neolaureati?
 Tasso di occupazione dei 20-34enni a tre anni dalla laurea (2023), fonte: Eurostat
Unica eccezione in questa tendenza positiva è stata durante la pandemia di COVID-19, che ha causato una contrazione significativa. Oggi, il tasso medio di occupazione dei giovani laureati nell'UE si attesta all'83,5%.

I migliori e i peggiori in Europa
Malta guida la classifica con il 95,8% di neolaureati impiegati entro tre anni, seguita dai Paesi Bassi con il 93,2%, dalla Germania con il 91,5% e dall'Austria con l'89%.

All'estremo opposto, l'Italia si colloca ultima, con solo il 67,5% dei giovani tra i 20 e i 34 anni che riescono a trovare un lavoro nei tre anni successivi alla laurea.

Un dato che solleva interrogativi
La posizione dell'Italia in questa classifica solleva preoccupazioni sulla capacità del paese di integrare i giovani nel mercato del lavoro. Nonostante i progressi nell'occupazione a livello europeo, il divario con gli altri stati membri è evidente e richiede un’analisi approfondita delle cause.

Fattori strutturali come un mercato del lavoro rigido, un sistema educativo disconnesso dalle esigenze delle imprese e una scarsità di opportunità per i giovani laureati potrebbero essere alla base di questo dato preoccupante.

Un futuro incerto per i giovani italiani
Mentre il resto d'Europa sembra avanzare nella creazione di opportunità per i neolaureati, l'Italia fatica a tenere il passo. Questa situazione non solo penalizza i giovani in cerca di lavoro, ma rappresenta anche una perdita di talenti per il paese, con il rischio di un aumento dell'emigrazione verso paesi con migliori prospettive di impiego.

È evidente che l’Italia deve affrontare una sfida cruciale: riformare il sistema educativo e lavorativo per migliorare l’occupazione dei suoi giovani e allinearsi agli standard europei.
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