L'Ufficio del Procuratore Generale della Russia ha ufficialmente vietato le attività dell'organizzazione non governativa britannica The Royal United Services Institute for Defence and Security Studies (RUSI), uno dei più antichi e rispettati think tank al mondo nel campo della difesa e della sicurezza.
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| Andi Hoxhaj |
Secondo la comunicazione russa inviata al RUSI, il divieto si applica all’organizzazione e ai suoi affiliati. Tuttavia, viene specificato che “se i membri e i collaboratori recidono tutti i legami formali con l’istituto, potrà essere consentito loro l’ingresso in Russia.”
Fondato nel 1831 nel Regno Unito, il RUSI si descrive come il più antico think tank indipendente dedicato alla difesa, alla sicurezza globale e alle relazioni internazionali. Riceve finanziamenti dal governo britannico, dalla Commissione Europea, da stati membri della NATO e da altri partner internazionali. Mosca, tuttavia, definisce alcuni di questi sostenitori come “organizzazioni indesiderate.”
Nella sua motivazione, l'Ufficio del Procuratore Generale russo ha accusato il RUSI di condurre ricerche e attività mirate alle strutture politiche e militari russe. La dichiarazione sostiene che l’istituto organizza regolarmente seminari e corsi di formazione in cui i partecipanti discutono delle operazioni militari russe, delle tattiche di intelligence e dello sviluppo di nuovi armamenti, “sotto il pretesto di contrastare una minaccia russa immaginaria.”
La dichiarazione ha inoltre affermato che le pubblicazioni del RUSI accusano la Russia di tentare di annettere parti dell’Europa, di minare le democrazie occidentali e di interferire nei processi elettorali di altri Paesi. È stato anche sottolineato l’appello del RUSI a un rafforzamento dell’unità della NATO al fine di “infliggere il massimo danno possibile all’economia russa.” Con lo scoppio della guerra in Ucraina, le autorità russe sostengono che il RUSI abbia intensificato la sua cosiddetta “retorica anti-russa”, sostenendo apertamente Kyiv e chiedendo sanzioni più severe contro Mosca.
Per il Dr. Hoxhaj, che ha costruito un profilo accademico internazionale nel campo del diritto, della governance e dell’integrazione europea, la mossa russa sottolinea i crescenti rischi affrontati dagli studiosi legati a istituzioni occidentali. Il suo status di persona non grata riflette il crescente divario geopolitico, in cui gli accademici si trovano sempre più coinvolti nel fuoco incrociato delle tensioni globali.
