Il Contesto: Un panorama mediatico diviso
Sebbene Albania e Kosovo abbiano preso posizioni diplomatiche chiare nel condannare l’invasione russa dell’Ucraina,
l’ecosistema dei media in lingua albanese racconta una storia più complessa.
Secondo studi recenti sulla disinformazione, un numero crescente di portali online in Albania e Kosovo è stato sorpreso a riprodurre — spesso parola per parola —
contenuti filocremlino o narrazioni allineate ai punti di vista di Mosca.
Un rapporto del 2023 del Balkan Investigative Reporting Network (BIRN) ha rilevato oltre 700 casi in cui la disinformazione russa sulla guerra è stata tradotta o ripubblicata in testate di lingua albanese. Allo stesso modo, Disinfo.al ha identificato centinaia di articoli fuorvianti che riecheggiano la propaganda russa di stato — che vanno dal “regime nazista ucraino” a presunti “mercenari albanesi che combattono in Ucraina”.
Sebbene le principali emittenti albanesi generalmente sostengano Kyiv, i media online più piccoli e le pagine social formano un ecosistema parallelo che spesso glorifica o giustifica l’aggressione russa in Ucraina.
Riconoscere il comportamento dei media filorussi
I media che supportano o amplificano narrazioni russe condividono solitamente diverse caratteristiche:
-
Ripubblicazione letterale di fonti russe, spesso da canali Telegram o dalle pagine social dell’Ambasciata Russa a Tirana. Ad esempio, il sito albania.news-pravda.com (collegato alla rete “Pravda Balkans”) ha pubblicato migliaia di articoli tradotti a difesa del Cremlino.
-
Minimizzazione dell’invasione, definendola “operazione militare speciale” e ignorando crimini di guerra o vittime civili. Un’analisi del 2024 di Faktoje.al ha trovato oltre 350 articoli di questo tipo circolanti tra i lettori albanofoni.
-
Falsi “accordi” con media occidentali per guadagnare legittimità. Alcuni portali usano loghi o nomi di testate come Reuters o BBC senza alcuna collaborazione ufficiale.
-
Ostilità verso le istituzioni occidentali, presentando NATO, UE o Stati Uniti come aggressori. Gli articoli spesso descrivono l’Unione Europea come “moralmente decadente” o accusano l’Occidente di aver provocato la Russia.
Queste narrazioni mirano a creare confusione, minare la fiducia nelle alleanze occidentali e presentare la Russia come una vittima incompresa — un classico esempio di propaganda ibrida.
Casi documentati di influenza russa nei media albanesi
-
La rete Pravda Balkans: Secondo Gazeta Express e Hybrid.info, questo portale ha pubblicato oltre 2.600 articoli filorussi tra il 2024 e il 2025, molti identici a contenuti provenienti da siti statali russi.
-
Notizie false sui “mercenari”: Dopo l’invasione russa, diversi portali albanesi hanno diffuso affermazioni non verificate su “combattenti albanesi catturati in Ucraina”, notizia proveniente direttamente dal canale Telegram del Ministero degli Esteri russo.
-
Traduzioni manipolate: Un rapporto del BIRN intitolato False News on Russia’s Invasion of Ukraine in the Albanian-Language Media ha mostrato come siti locali traducano articoli propagandistici omettendo dettagli contrari alla narrativa di Mosca.
-
Propaganda durante i vertici europei: Nel 2023, il Tirana Times ha rivelato una campagna coordinata di account social russi che diffondevano disinformazione durante il vertice UE–Balcani occidentali a Tirana.
Questo schema suggerisce un tentativo organizzato di influenzare l’opinione pubblica nei Balcani sfruttando piccoli portali online a basso costo, in cerca di clic e visibilità.
Perché accade: le motivazioni dietro il messaggio
Diversi fattori spiegano perché le narrazioni filorusse trovano spazio nei media di lingua albanese:
-
Incentivi economici: Molti piccoli portali dipendono dalla pubblicità basata sul traffico. Storie sensazionalistiche, polarizzanti o cospirative generano più clic e quindi maggiori entrate.
-
Mancanza di standard giornalistici: Con personale e risorse limitate, molti media digitali albanesi si affidano a materiali tradotti invece di reportage originali — diventando così facili bersagli per le reti di disinformazione.
-
Manipolazione geopolitica: La Russia considera i Balcani un punto debole per le operazioni di influenza. Piantando dubbi su NATO o UE, Mosca mira a indebolire la credibilità occidentale nella regione.
Il risultato è un ambiente informativo frammentato dove la verità compete con la propaganda, e i lettori faticano a distinguere il giornalismo credibile dalla manipolazione geopolitica.
Come possono difendersi i lettori
Come consumatori di media, albanesi e kosovari devono diventare più vigili e alfabetizzati mediaticamente. Ecco alcuni passi pratici:
Verifica la fonte — È un reportage originale o una traduzione da un sito sospetto?
Sii scettico verso le “affiliazioni” dichiarate — Se un sito afferma di collaborare con CNN o BBC, cerca prove.
Analizza tono e linguaggio — La storia giustifica l’aggressione russa o accusa l’Occidente della guerra?
Verifica i fatti — Consulta più fonti prima di formarti un’opinione.
Una lettura critica è essenziale per resistere alla manipolazione e preservare una comprensione reale degli eventi globali.
Conclusione: Una battaglia per la verità
Lo spazio informativo albanese non è immune alle strategie di soft power russe. Alcuni portali — spesso sotto la veste di “giornalismo alternativo” — glorificano le politiche di Mosca o difendono l’invasione dell’Ucraina, fingendo neutralità o autorevolezza occidentale.
Sebbene questi media restino minoritari, il loro impatto non è trascurabile: alimentano confusione pubblica, erodono la fiducia nel giornalismo autentico e contribuiscono alla più ampia lotta europea contro la disinformazione.
Mentre l’Albania continua il suo percorso verso l’integrazione europea,
trasparenza, educazione ai media e professionalità giornalistica
saranno difese fondamentali contro la propaganda straniera.
In questa guerra di parole, la prima vittima è la verità — e la responsabilità di difenderla ricade su ogni lettore informato.