Il primo scoppio della pandemia risale al 430 a.C., durante le guerre del Peloponneso. L'epidemia si diffuse in Libia, Etiopia, Egitto e persino ad Atene, dove morirono 2/3 della popolazione.
La peste, o altrimenti nota come malattia nera, cambiò il corso di uno dei più grandi imperi della storia dell'umanità, quello dell'Impero romano, innescando una massiccia guerra economica.
Questi fenomeni di malattie epidemiche hanno creato un'atmosfera apocalittica, che ha anche portato alla rapida diffusione della religione cristiana.
Nel corso dei due secoli successivi, le malattie pandemiche hanno causato la morte di oltre 50 milioni di persone, pari al 26% della popolazione mondiale. Il periodo medievale è anche conosciuto come l'era più buia della storia dell'umanità.
La "morte nera" si diffuse rapidamente e in soli tre anni prese la vita di 1/3 della popolazione europea.
Questa pandemia è stata trasmessa dall'Asia centrale in Europa, prima in Italia e Francia e poi ha coperto l'intero continente europeo dove ha ucciso oltre 30 milioni di persone.
La malattia è stata causata da un batterio trasmesso ai topi e poi diffuso viralmente nell'uomo.
Durante il XIV secolo, da 475 milioni in tutto il mondo, il numero fu ridotto a 350 milioni. Anche nei tempi moderni le malattie pandemiche reclamerebbero ancora milioni di vite.
Dopo la fine della prima guerra mondiale, l'influenza spagnola ha infettato 500 milioni di persone e il bilancio delle vittime è stimato in almeno 50 milioni in tutto il mondo.
Uno dei motivi principali per la diffusione della pandemia è la mancanza di igiene da parte dei soldati che hanno partecipato alla prima guerra mondiale. La malattia fu inizialmente identificata negli Stati Uniti all'interno del personale militare e poi si diffuse in Europa.
Nel ventesimo secolo, il bilancio delle vittime di malattie trasmissibili è stimato tra i 50 e i 100 milioni, superiore al bilancio delle vittime della prima guerra mondiale.
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