Antonio Gramsci, l'intellettuale e filosofo che non ha negato l'origine albanese

Antonio Gramshi, l'intellettuale e filosofo che non ha negato l'origine albanese

 Antonio Gramsci, l'erudito intellettuale Arbëresh con una ricca cultura, è classificato accanto a Romen Rolan, Emil Ludwig, Paul Eluarit, Louis Aragon, Picasso, Jean Sartre, Bertolt Brecht e molte altre personalità di spicco del tempo.

Morì 84 anni fa, esattamente il 27 aprile 1937. Gramsci fu una delle figure più importanti della politica e della cultura in Italia.

Ha scritto 54 volumi di scritti filosofici, sociali, estetici, ecc. Tra questi ci sono "Rinascimento", "Scritti politici", "Materialismo storico", "Intellettuali", "Elementi di politica", ecc.

La personalità di Gramsci ha costantemente attirato l'attenzione degli studiosi. Ha anche dato preziosi contributi nell'affrontare una serie di questioni teoriche della letteratura e dell'arte in generale.

Chiunque abbia avuto la possibilità di viaggiare in Italia, è impossibile non essersi imbattuto nei negozi che vendono il libro con il nome di Antonio Gramsci, questo grande uomo italiano di discendenza albanese, oggi molto rispettato in tutta Italia per il suo grande gesto, sacrificare la vita a favore della gente comune. Dal cognome "Gramsci" risveglia in ogni albanese un sentimento un po 'speciale, quello di una città dell'Albania centrale, di un villaggio a Skrapar dove il capo architetto dell'Impero Ottomano, Mimar Kasëmi, di un altro villaggio a Myzeqe o di un battaglione nella prima brigata d'assalto dei partigiani di Mehmet Shehu.

In Italia Gramsc è considerato il simbolo del combattente per la giustizia sociale, come il simbolo degli italiani comuni e il combattente della resistenza contro il fascismo. Ha combattuto per abbattere per sempre il confine dell'odio tra le persone e dell'odio tra le persone. Il suo crepuscolo spirituale e fisico iniziò la sera dell'8 novembre 1926, quando fu arrestato dai fascisti come membro del parlamento italiano e come eminente democratico e progressista poliedrico. Questo buio crepuscolo iniziò quella fredda sera, dove sperimentò l'umidità e il terribile disgusto delle celle della prigione di Regina Caeli, Turi a Bari, Milano, Ustika, ecc., Affrontando così non solo sofferenza, malattia e mali, ma anche dalla forza del proprio carattere. Quando è stato imprigionato, era un vice e segretario generale del Partito Comunista italiano, un vecchio amico di ideali con Palmiro Toliati, con Luigi Longo, ecc.
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