Le sfide della preservazione della lingua arbëresh in Italia

Giuseppe Chiaramonte, foto: G. Kabashi
  Giuseppe Chiaramonte, foto: G. Kabashi
 L'intervento del governo albanese nel campo culturale non ha fornito l'autonomia necessaria alle istituzioni culturali, creando un dibattito su come insegnare la lingua alla nuova generazione, afferma il professor Giuseppe Chiaramonte.

"La Giornata degli Arbereshe" che si terrà a Tirana il 23 novembre è un'opportunità per affrontare le problematiche dei nostri fratelli al di là del mare, ma gli specialisti arbereshe sono critici riguardo alle diverse prospettive delle istituzioni albanesi.

Essi enfatizzano il mantenimento della lingua arbereshe nei vari villaggi italiani abitati dagli arbereshe.

Il ricercatore arbereshe, Giuseppe (Zef) Chiaramonte, ha dichiarato a BIRN che la "Giornata degli Arbereshe" del 23 novembre è diventata un punto di scontro tra le diverse prospettive delle due istituzioni culturali albanesi, l'Accademia delle Scienze e la QSPA (Centro Studi e Pubblicazioni per gli Arbereshe).

"Questa ultima, una nuova creazione nel campo dell'ex Ministero della Diaspora, ora agisce come un braccio del Ministero degli Affari Esteri," spiega il prof. Chiaramonte, sottolineando l'importanza di questa istituzione statale per il mondo arbereshe.

Secondo il prof. Chiaramonte, l'intervento del governo nel campo culturale non ha garantito l'autonomia necessaria a queste istituzioni.

"Questo accade quando il governo interviene massicciamente nel campo culturale, fornendo o non l'autonomia necessaria o imponendola in condizioni inaccettabili," afferma lo studioso.

"Queste due istituzioni hanno evidenziato due approcci diversi all'insegnamento dell'arbereshe: con l'arbereshe o con lo standard?" argomenta Chiaramonte.

"Sembra che l'Accademia delle Scienze, influenzata anche da due dei suoi membri arbereshe, opti per la lingua albanese standard. Il governo, su approvazione del Primo Ministro, accetta questa soluzione," afferma lo studioso arbereshe, aggiungendo:

"Al contrario, la QSPA vede naturale l'insegnamento dell'arbereshe. Ciò significa imparare a scrivere l'arbereshe locale, utilizzando l'alfabeto del Monastero e le regole ortografiche dello standard."

La QSPA, che include anche due rappresentanti arbereshe e mantiene legami con numerosi intellettuali in Italia, ritiene questa soluzione la più adatta.

Ma cosa succede attualmente nei villaggi arbereshe per quanto riguarda l'insegnamento della lingua?

"Questi arbereshe parlano leggermente diversi da un insediamento all'altro, ma tutti usano solo l'oralità, poiché non è consuetudine scriverla o leggerla," spiega il prof. Chiaramonte.

Secondo lo studioso, che svolge la sua attività a Palermo e dintorni, con l'eccezione della Messa, la Liturgia sacra di San Giovanni Gualberto, cantata in arbereshe dal 1968, sostituisce il greco.

Il prof. Zef Chiaramonte afferma: "Questo testo, nella sua traduzione ufficiale, è la norma per i sacerdoti e un supporto per i fedeli. Altre iniziative per la lettura dell'arbereshe sono presenti in alcune delle nostre riviste, come 'Mondo Albanese,' 'Kamastra,' 'Jeta Arbëreshe,' 'Katundi Ynë,'..."

Infine, c'è la scuola, dove, secondo la legge italiana del 1999 per la salvaguardia delle 12 minoranze linguistiche, l'arbereshe ha il diritto di essere insegnato, afferma Chiaramonte:

Secondo lui, non sono pochi coloro che, quasi volontariamente, si assumono l'onere di insegnare nelle scuole e nei corsi di alfabetizzazione e cultura arbereshe e albanese.

Ma gli insegnanti arbereshe, secondo lo studioso, devono avere una profonda conoscenza della lingua locale e conoscere le regole ortografiche dello standard linguistico per "normalizzare" la scrittura di ogni variante arbereshe. In questo modo, la paura che la lingua arbereshe "si offuschi" non ha più motivo di esistere, poiché la standardizzazione rende la scrittura comprensibile a chiunque, conclude il prof. Chiaramonte.

Il professore solleva la domanda: "Perché lo Stato albanese non interviene con lo Stato italiano chiedendo corsi di aggiornamento per i nostri insegnanti?

Questi corsi, per avere un valore ufficiale, devono essere dichiarati appositamente dal Ministero dell'Istruzione italiano. Le cattedre di lingua albanese presenti in alcune università italiane, come ad esempio Palermo, Cosenza, Roma, Napoli e Bari, potrebbero essere utilizzate per questi corsi.

Dal rapporto tra i due paesi potrebbe anche essere richiesto di dare priorità agli insegnanti arbereshe nella lista degli insegnanti nelle località arbereshe," dichiara Chiaramonte.

"La Giornata degli Arbereshe dovrebbe essere, in realtà, un'opportunità per noi, non solo per discutere problemi che sono stati discussi e riconsiderati a lungo, ma per lavorare alla conservazione delle nostre lingue," conclude il prof. Giuseppe Chiaramonte.
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