Lo Stato Comunista Albanese Contrabbandava Sigarette in Collaborazione con la Mafia Italiana

Scritto da Ferdinand Dervishi

 Il 25 luglio 1982, la Marina Albanese affrontò le gravi conseguenze di un incidente tragico. L'equipaggio di un motosilurante del Reggimento dell'Isola di Sazan aprì il fuoco su una nave pacifica che navigava nelle acque territoriali albanesi. Questo incidente provocò la morte di uno dei due cittadini italiani a bordo, scuotendo profondamente lo stato comunista.

Enver Hoxha vestito in stile mafioso in nero in un bar vicino a Durazzo parlando con agenti albanesi, dicembre 1976
Enver Hoxha vestito in stile mafioso in nero in un bar vicino a Durazzo parlando con agenti albanesi, dicembre 1976



Inizialmente riportato come uno scontro a fuoco in mare aperto, l'incidente mobilitò non solo le forze navali ma anche le forze aeree, creando un allarme diffuso. Questo episodio violento, tuttavia, rivelò più di un semplice momento di estremismo militare. Esso espose un'operazione clandestina che il regime comunista aveva tenuto nascosta: dal 1971, l'Albania era diventata parte di una rete internazionale di contrabbando di sigarette.

Le sigarette di contrabbando, principalmente Marlboro, venivano spedite dalle fabbriche negli Stati Uniti al Belgio o ai Paesi Bassi, trasportate su camion attraverso l'Europa occidentale e immagazzinate a Durazzo. Da lì, venivano trasportate con barche veloci alla costa italiana, alimentando la domanda della mafia italiana.

Quasi ogni giorno, queste barche veloci cariche di casse di sigarette correvano verso l'Italia, spesso inseguiti dalle unità navali e aeree della Guardia di Finanza. La costruzione di questa rotta di contrabbando, conosciuta solo da pochi, iniziò con un'offerta dalla Svizzera nel 1970. Un uomo che sosteneva di essere un sopravvissuto ebreo aiutato da una famiglia albanese durante la Seconda Guerra Mondiale propose l'idea come forma di rimborso.

Questa storia, sebbene intrigante, probabilmente mascherava il vero motivo: un piano commerciale che sfruttava la rotta marittima più breve tra l'Italia e i Balcani. Questa vicinanza permetteva consegne di sigarette rapide, economiche e a basso rischio verso l'Italia.

Il profitto dell'Albania da questa operazione era sostanziale. Solo nel gennaio 1982, l'impresa statale Albtrans guadagnò 134.389 dollari, prevedendo un profitto annuale di circa 1,6 milioni di dollari. Mentre l'élite comunista a Tirana godeva delle entrate, la mafia italiana raccoglieva profitti colossali, portando alla nascita dell'organizzazione mafiosa Sacra Corona Unita (SCU) in risposta alle severe misure anti-contrabbando a Napoli nel 1978.

La SCU, fondata nel 1981 da elementi della mafia calabrese 'Ndrangheta, dominò rapidamente il commercio di contrabbando di sigarette, espellendo la Camorra napoletana. Questa organizzazione, con sede vicino a Brindisi e Bari, richiedeva maggiori forniture di sigarette americane, provocando un aumento dell'attività di contrabbando.

Tuttavia, il crescente numero di barche di contrabbando causava problemi per lo stato albanese. Nonostante gli sforzi della Marina Albanese per gestire la situazione, l'intervento delle barche e degli aerei della Guardia di Finanza nelle acque territoriali albanesi portava spesso a incontri tesi.

Un incidente notevole il 25 giugno 1985 coinvolse un inseguimento ad alta velocità in cui le barche della polizia finanziaria italiana inseguirono la "Katia Uno", battente bandiera panamense, nelle acque albanesi, provocando una risposta navale che riuscì a respingere gli italiani.

In risposta agli incidenti in aumento, le autorità albanesi decisero di spostare le operazioni di contrabbando di sigarette al largo per evitare la rilevazione da parte di diplomatici e spie straniere. Nonostante frequenti scontri con la Guardia di Finanza, la Marina Albanese mantenne un approccio cauto, evitando l'escalation per proteggere la redditizia rotta di contrabbando.

L'incidente più mortale e documentato avvenne il 25 luglio 1982, quando un motosilurante albanese aprì il fuoco su un motoscafo italiano, provocando la morte di Gilberto Moretti. Il sopravvissuto, Picciolo Cosimo, rivelò che avevano mostrato il loro carico di sigarette Marlboro, credendo erroneamente che ciò li avrebbe identificati come contrabbandieri e prevenuto ulteriori attacchi. Tuttavia, le rigide misure di sicurezza, guidate dalla paura della Sicurezza dello Stato di infiltrazioni, portarono alla sparatoria fatale.

Cosimo fu successivamente condannato a un anno di carcere per attraversamento illegale del confine, e la nave di contrabbando fu confiscata. Nonostante tali incidenti, l'operazione di contrabbando di sigarette continuò fino al 1991, generando fino a 2 milioni di dollari al mese nei suoi ultimi anni. La chiusura di Albtrans segnò la fine di questo commercio illecito, con il suo stock rimanente sequestrato dal nuovo governo.

Riflettendo su questo periodo, è evidente che i profitti dal contrabbando di sigarette furono sperperati dall'élite comunista piuttosto che beneficiare il popolo albanese. La cessazione di questa operazione redditizia in un momento di difficoltà economica è spesso criticata come un'opportunità persa per alleviare la povertà diffusa.

In definitiva, la storia della rete di contrabbando di sigarette dell'Albania è un racconto complesso di commercio illecito, influenza mafiosa e le misure disperate prese da uno stato comunista per sostenersi tra isolamento internazionale e
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