La città più antica dell'Albania: perché Durazzo veniva chiamata 'La Seconda Costantinopoli'

 Durazzo, l'antica città costiera dell'Albania, occupa un posto straordinario nella storia e nella cultura del paese. Fondata da due re illiri, Dyrah ed Epidamn, la città emerse come un insediamento fiorente noto come Epidamnus-Dyrrhachium intorno al VII secolo a.C. Grazie alla sua posizione strategica lungo il Mar Adriatico, Durazzo divenne un fulcro commerciale fondamentale e una porta tra Oriente e Occidente.

Durante il regno dell'imperatore Anastasio I (491-519) — lui stesso di origine illira — e successivamente dell'imperatore Giustiniano I (527-565), la città subì significative trasformazioni. Adottò caratteristiche architettoniche e culturali di una metropoli bizantino-cristiana, fortificando le sue mura e sviluppando una struttura urbana sofisticata. Questo valse a Durazzo il soprannome di ‘La Seconda Costantinopoli,’ a testimonianza della sua grandezza e importanza.

Tra l'XI e il XV secolo, Durazzo fece parte dello Stato di Arbanon, raggiungendo il suo apice durante il regno di Gjergj Kastrioti (Skanderbeg). I cronisti ottomani del XVI secolo registrarono la caduta della città nelle mani delle forze turche il 13 agosto 1501, segnando la fine di un'epoca. Tuttavia, già nel XVII secolo, Durazzo iniziò a riprendersi, evolvendosi in un vivace centro di commercio di transito per l'Albania centrale.

Durazzo continuò a svolgere un ruolo vitale nella storia moderna dell'Albania. Il 26 novembre 1912, i patrioti albanesi guidati da Ismail Qemali alzarono la bandiera dell'indipendenza in città, segnando la fine del dominio ottomano. Tuttavia, Durazzo affrontò ulteriori invasioni, tra cui l'occupazione serba nel 1913, il controllo austro-ungarico nel 1916 e l'occupazione italiana nel 1918.

Durante il regno del re Zog (1924-1939), la città attraversò un periodo di modernizzazione, incarnando una fusione di nobile tradizione e progresso economico. Tuttavia, questo progresso fu interrotto il 7 aprile 1939, quando le forze italiane e successivamente tedesche occuparono Durazzo. La città fu infine liberata il 14 novembre 1944.

Sotto il regime socialista (1945-1990), Durazzo conobbe un importante sviluppo industriale, sforzi di alfabetizzazione di massa e la costruzione di istituzioni culturali. La transizione alla democrazia dopo il 1990 portò riforme economiche, rimodellando l'economia e il paesaggio urbano della città.

Cultura ed Etnografia

Durazzo rimane un museo vivente del ricco passato dell'Albania. I suoi monumenti — il grande Anfiteatro, le Mura Bizantine, la Torre Veneziana e le mura che circondano il Castello — riflettono stratificazioni di influenze storiche. Siti religiosi come la Basilica di Arapaj e il Castello di Rodon sono simboli di eredità spirituale e architettonica.

La città onora anche la sua eredità culturale con festival ed eventi artistici, come il Festival Internazionale del Cinema, il Festival di Musica Jazz e il Concorso di Poesia Poeteka. L'eredità etnografica di Durazzo rispecchia le tradizioni dell'Albania centrale. Le donne indossavano tradizionalmente pantaloni ricamati 'dimi' e giacchette colorate, arricchite da copricapi adornati con monete finte, mentre gli uomini indossavano 'brekushe' di lana, giacche nere 'xhoka' o gilet rossi, completati da un berretto piatto chiamato 'qeleshe'.

Dalle antiche origini illire alla sua gloria bizantina e alla rinascita moderna, Durazzo si erge come una città resiliente e vibrante — una testimonianza dello spirito duraturo dell'Albania e del suo ricco arazzo culturale.

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