In una dichiarazione forte ed emozionante, Shaip Kamberi, l'unico membro di etnia albanese del Parlamento serbo, ha fermamente denunciato la proposta di nominare Demo Berisha Ministro per i Diritti Umani e delle Minoranze nel nuovo governo serbo. Kamberi ha definito la nomina un "duro colpo" per tutti gli albanesi che hanno sofferto, resistito e si sono sacrificati per i loro diritti in Serbia.
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Shaip Kamberi |
"Questa nomina non è solo politicamente inaccettabile, ma anche moralmente vergognosa. Demo Berisha non è un rappresentante dei diritti umani, ma un simbolo del diniego dell'identità nazionale e politica degli albanesi del Kosovo e della Valle di Preševo", ha scritto Kamberi.
Si è spinto oltre criticando la palese fedeltà di Berisha alla Serbia e la sua negazione dell'esistenza della Repubblica del Kosovo. Kamberi ha sostenuto che qualcuno che dichiara la Serbia come sua patria e nega l'indipendenza del Kosovo non può e non dovrebbe rappresentare gli interessi degli albanesi in Serbia.
Kamberi ha anche tracciato parallelismi tra questa mossa politica e le strategie storiche utilizzate durante il regime di Slobodan Milošević, affermando che il Presidente Vučić sta continuando la pratica di promuovere i cosiddetti "albanesi obbedienti" per dare l'illusione di integrazione e rappresentanza.
"Berisha rappresenta un passato che è finito. Si colloca al di fuori delle istituzioni, fuori dal Kosovo – una figura dell'oblio e della sconfitta, un collaborazionista", ha dichiarato Kamberi, riferendosi al termine storico usato per i collaboratori delle forze di occupazione.
Inoltre, Kamberi ha evidenziato il coinvolgimento di Berisha nella fondazione dell'organizzazione "Matica Albanaca Srbije", che, a suo dire, glorifica figure note per aver tradito la causa albanese, tra cui Esat Pasha Toptani.
Ha paragonato Berisha a Faik Jašari, un ex delegato albanese per la Serbia ai colloqui di Rambouillet del 1999, che fu infine respinto dalla comunità albanese e trascorse decenni in esilio dal Kosovo.
Kamberi ha avvertito che questa nomina pone un pericoloso precedente – uno che legittima la cancellazione dell'identità albanese sotto le spoglie dei diritti umani. Ha definito la mossa una tattica propagandistica per presentare una falsa immagine di armonia, suggerendo che gli albanesi sono integrati e contenti in Serbia finché negano il Kosovo e si allineano alla narrazione di Belgrado.
"Berisha non rappresenta gli albanesi – rappresenta una versione manipolata, usata per servire gli interessi politici serbi, proprio come altri durante il periodo di Milošević", ha aggiunto.
Kamberi ha concluso esortando a una reazione forte e unitaria da parte degli albanesi della Valle di Preševo, dei governi di Pristina e Tirana e della comunità internazionale. Ha affermato che il silenzio di fronte a questa "assurdità" equivarrebbe a complicità.
"Questa proposta non riguarda i diritti umani – riguarda il mettere a tacere la vera voce degli albanesi in Serbia. È anche un insulto a tutte le altre minoranze in Serbia, che costituiscono circa il 20% della popolazione", ha avvertito Kamberi.
La sua dichiarazione serve come un duro promemoria delle continue tensioni politiche ed etniche nella regione e solleva serie preoccupazioni sulla rappresentanza e il trattamento delle comunità minoritarie all'interno della Serbia.