Viene presentato il libro del giornalista italiana "Albania Italia andata e ritorno"

Viene presentato il libro del giornalista italiana "Albania Italia andata e ritorno"

 In un incontro con gli studenti a Roma è stato presentato il libro "Albania avanti e indietro in Italia", della giornalista italiana Ilaria Lia, giornalista professionista freelance, gestisce l'ufficio stampa di enti e associazioni nazionali, come Cesap, Centro Studi sugli Abusi Psicologici”.

Mediatrice culturale e docente di italiano per stranieri, è coautrice dell'opera “Un nido d'ape. Ritratti e storie di quaranta donne salentine. Nel 2018 ha curato per la stessa casa editrice "Ho imparato dalla formica, il sogno di un afghano per la pace in Italia".

A questo incontro è stata invitata anche l'imprenditrice Klodiana Cuka, che dal primo momento del suo arrivo in Italia, Klodiana Cuka si spende per chi, come lei, ha lasciato il proprio Paese e ha affrontato tante difficoltà, con la vita in una terra diversa dalla loro. Nel suo discorso, Cuka racconta come ricorda quegli anni di esodo: “Io stessa ho vissuto a Durazzo e ho guardato quelle persone e ho pensato, perché se ne vanno, dove stanno andando. Ho anche guardato le persone con un tenore di vita elevato e sono rimasto stupita. Il popolo albanese in quel momento partiva per il grande desiderio di libertà. Nel 1991 un fiume di persone è andato in Italia, proprio come all'epoca in cui emigrarono gli Arbëresh", racconta Klodiana Cuka.


Presenti all'incontro anche il sindaco di Brindisi nel 1991, nonché il figlio del sindaco di Bari nel 1991, per raccontare la storia di quegli anni attraverso le storie raccontate dal padre. Dimostrano come in quel periodo fosse difficile gestire la situazione e accogliere tutte quelle persone che si trovavano improvvisamente a Bari e Brindisi. Secondo loro, gli albanesi avevano bisogno di una sola opportunità e poi sono riusciti a cogliere l'opportunità e sviluppare la loro vita e andare avanti integrandosi abbastanza bene.
L'autrice e giornalista Ilaria Lia in un racconto sul suo libro “È la prima volta che parlo davanti agli studenti e sono molto emozionata, perché probabilmente parlo davanti a una generazione che ha sentito solo questa storia. Anch'io ero molto giovane quando sono venuto e ricordo che era un prete che ci portava in campagna per conoscere la storia degli albanesi e da allora mi sono appassionata alla storia degli albanesi. Ho deciso di focalizzare la mia tesi di studio sull'Albania e sugli Albanesi, argomento consigliato dal mio professore albanese. Lì mi sono reso conto che l'ospitalità in Italia era stata molto grande e le tracce erano state un po' sfocate, quindi ho deciso di approfondire questo argomento. Il mio libro è basato sulla storia, perché volevo capire in dettaglio perché gli albanesi volevano emigrare, perché c'è sempre una storia dietro l'emigrazione. Ho iniziato le mie ricerche nel 1939, ai tempi di Mussolini.

Il libro è una storia che risale a 30 anni fa, nel periodo del grande esodo degli albanesi in Italia. Racconta molto di quel periodo, anche della solidarietà dimostrata dagli abitanti della Puglia dopo l'arrivo del primo afflusso di emigranti albanesi in Puglia. Il libro "Albania avanti e indietro in Italia", scritto da Ilaria Lia, dedicato al 30° anniversario del grande esodo albanese.

Il comune di Presicce – Acquarica racconta storie di mestieri, legami forti e, soprattutto, tanta “solidarietà umana”.

Il volume, inserito nella collana Graffiti, ripercorre i momenti salienti della storia albanese, a partire dall'occupazione italiana.

Vengono poi ricostruite le attività ei progetti di solidarietà realizzati (dal 1991 al 2000) dall'Associazione italiana "Caritas", insieme a tutte le Caritas diocesane dal nord al sud della penisola, assistite da centinaia di volontari. Ma c'è un'altra storia, così grande da essere stata dimenticata, che vede protagonista la solidarietà umana. "I rifugiati sono persone". Le navi, sbarcate a Brindisi e Bari nel 1991, erano piene di gente, piene di dolore, ma anche di speranza.

L'arrivo della nave "Vlora" nel porto di Bari risale all'8 agosto 1991, con il suo carico di speranze e tante sofferenze.

Ma cosa è successo prima e dopo l'ancoraggio nel porto del capoluogo pugliese?

Il libro racconta la storia di un popolo che lotta per liberarsi dalla miseria, dei rapporti passati e postumi con il Paese vicino, i principali atti di solidarietà messi in atto dalla Chiesa cattolica e dalla società civile nel primo decennio di riapertura delle frontiere: segno di fratellanza e promozione sociale, nel rispetto della libertà individuale e della dignità umana", spiega l'autore.
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