La Saggezza della Fine: Le Lezioni di Vita di Suzanne O’Brien dai Morenti

 Suzanne O’Brien ha avuto una finestra unica sulla psiche di chi sta per morire. Infermiera registrata e doula della morte, ha assistito oltre 1.000 persone negli ultimi momenti della loro vita, viaggiando dagli Stati Uniti alla Thailandia, fino allo Zimbabwe. La sua esperienza nel mondo delle cure palliative è iniziata oltre vent’anni fa, quando ha sentito un impulso irresistibile a prendersi cura di chi stava affrontando il passaggio finale.

La Saggezza della Fine: Le Lezioni di Vita di Suzanne O’Brien dai Morenti

Nel suo libro più recente, The Good Death, O’Brien cerca di normalizzare la realtà della morte, sottolineando l’importanza di prepararsi consapevolmente alla fine. Attraverso il racconto di storie toccanti e condivisioni profonde, l'autrice offre spunti di riflessione spirituale e umana. Secondo lei, molte persone in fin di vita sperimentano veri e propri “momenti di illuminazione spirituale” che possono insegnare molto anche a chi è ancora nel pieno della vita.

“Alla fine, non conta chi sei o quanti soldi hai. Ciò che emerge sono le lezioni apprese, i rimpianti, ciò che non si è fatto per paura,” racconta O’Brien in un’intervista a Fortune.

I Tre Grandi Rimpianti della Vita

Dalla sua esperienza, O’Brien ha identificato tre rimpianti comuni che molte persone condividono sul letto di morte—verità profonde che l’hanno guidata anche nelle sue scelte personali.

1. Non Ho Vissuto il Mio Scopo

Uno dei rimpianti più comuni è quello di non aver seguito il proprio vero scopo. “Ognuno di noi ha dei doni,” afferma O’Brien, “e quando non li condividiamo, il rimpianto può diventare immenso.”

Spesso, la paura di fallire o l’abitudine a vivere nella “mentalità della scarsità” impediscono alle persone di esplorare nuove strade. Ma quando si riconosce che il tempo è limitato, si diventa più disposti a correre rischi e a vivere con intenzione.

Il consiglio di O’Brien? Non serve una crisi esistenziale. Basta iniziare in piccolo. “Se ogni giorno fai anche solo una cosa per avvicinarti a un tuo obiettivo, dopo un mese avrai fatto 30 passi avanti.”

2. Non Mi Sono Lasciato Amare Completamente, Né Ho Amato Senza Condizioni

Un altro rimpianto riguarda la mancanza di vulnerabilità. Molte persone si pentono di non aver amato pienamente o di non aver permesso agli altri di amarle. Spesso emerge il dolore per non essere riusciti a perdonare—sé stessi o gli altri.

“Il perdono è uno strumento di trasformazione,” dice O’Brien. “Portarsi dietro rabbia, senso di colpa o rimpianto ci blocca. Dobbiamo imparare a lasciar andare.”

Per affrontare questi nodi emotivi, O’Brien consiglia pratiche come la terapia e la mindfulness, che aiutano a costruire connessioni più autentiche e a trovare la grazia prima che sia troppo tardi.

3. Non Ho Apprezzato il Presente

Infine, uno dei messaggi più potenti che le persone condividono alla fine della vita è il rimpianto di non aver vissuto pienamente il momento presente. Solo di fronte alla fine, molti riconoscono la bellezza nascosta nei piccoli gesti quotidiani: il canto degli uccelli, una passeggiata nel parco, il sorriso di un passante.

“La mente può diventare la nostra prigione,” afferma O’Brien. “Ma se impariamo a essere presenti, possiamo vivere una vita più autentica.”

Ricerche scientifiche confermano ciò che i suoi pazienti intuiscono nel cuore: la consapevolezza e l’apprezzamento del presente portano calma, gratitudine e felicità duratura.

Vivere Meglio, Imparando dalla Fine

“La mia vita è cambiata completamente quando ho iniziato a lavorare con la morte,” conclude O’Brien. Le sue esperienze ci ricordano che non dobbiamo aspettare l’ultimo giorno per vivere pienamente, perdonare o inseguire i nostri sogni. Le lezioni dei morenti sono, in realtà, un dono per i vivi.

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