In Albania, nessuno sfugge alla morsa degli oligarchi. Né il cittadino comune, né l’imprenditore, e nemmeno una superstar mondiale come Dua Lipa, che alza con orgoglio la bandiera albanese sui palchi più grandi del mondo.
L’autore Arben Llangozi descrive l’ultimo caso come così assurdo da sfiorare la commedia nera: la cantante di fama mondiale è caduta vittima degli stessi schemi di frode e appropriazione di terreni che affrontano migliaia di albanesi lungo la costa del paese.
Fonti confidenziali rivelano che Dua Lipa aveva espresso interesse ad acquistare una villa di lusso a Capo Merli, Ksamil—una delle mete turistiche più ambite dell’Albania meridionale. Un oligarcho con forti legami con il governo le offrì una “proprietà con documenti in regola”, assicurandole che l’investimento fosse sicuro.
Ma invece di una villa legale, alla cantante è stato consegnato un progetto 3D su carta. Ciò che venne costruito in seguito si rivelò essere una costruzione abusiva, ora bloccata nel processo infinito di legalizzazione albanese—un meccanismo spesso sfruttato per il riciclaggio di denaro e la redistribuzione di terreni rubati.
“Questo scandalo non riguarda solo una villa,” scrive Llangozi. “È il simbolo di un sistema arrogante in cui gli oligarchi agiscono al di sopra della legge. Depredano la costa, intascano milioni tramite appalti statali, vendono proprietà illegali e ora, senza vergogna, truffano persino una cantante di fama mondiale.”
Invece di celebrare il fatto che Dua Lipa stia investendo nella sua patria, gli oligarchi albanesi—protetti dal governo di Edi Rama—la vedono solo come un altro “cliente” da derubare del suo denaro. La triste realtà, osserva Llangozi, è che il turismo e l’immagine del paese non vengono usati per lo sviluppo ma come strumenti di furto.
In un qualsiasi paese normale, un caso del genere scuoterebbe il governo, dominerebbe le prime pagine e innescherebbe indagini penali. Ma in Albania? Silenzio. Lo Stato volta lo sguardo dall’altra parte, la SPAK (procura anticorruzione) resta inattiva e l’oligarca continua indisturbato le sue costruzioni illegali.
“Se un nome come Dua Lipa—sostenuto da avvocati internazionali e da una reputazione globale—può essere truffato dagli oligarchi albanesi, che speranza rimane ai cittadini comuni?” si chiede Llangozi. Il messaggio è chiaro: questo sistema corrotto non risparmia nessuno.
Ciò che è accaduto a Dua Lipa non è uno scandalo isolato. È il ritratto di un paese in cui la corruzione è diventata cultura, e la legge esiste solo come facciata per ingannare.
Mentre l’Albania si vanta della sua star mondiale, la sua élite al potere le ha regalato il più umiliante “dono” della transizione albanese: una villa rubata, bloccata nella legalizzazione, e uno scandalo che macchia l’intera nazione.