Tombe scavate troppo presto: la storia di un sopravvissuto alla guerra del Kosovo

 Bujar Haradinaj porta sette ferite nel suo corpo—e mille altre nella sua anima. Un ex soldato dell'Esercito di Liberazione del Kosovo (UCK), porta le cicatrici fisiche della guerra e il peso invisibile della sopravvivenza. In una potente testimonianza, ha condiviso un momento che ha definito la brutalità del conflitto—e la fragilità della vita stessa.

Bujar Haradinaj
Bujar Haradinaj
"Ero gravemente ferito," ricorda Bujar, con la voce pesante di ricordi. "Tre dei miei compagni più cari sono morti—i miei uomini migliori. Avevo circa sette ferite da schegge, una nel collo, nell'arteria principale. Era brutto... molto brutto."

La situazione era così disperata che furono fatti i preparativi per la sua sepoltura. “C'era un'offensiva in corso. Due dei miei amici sono morti—uno sul posto, uno in ospedale, e il terzo più tardi. Tutti e tre sono stati sepolti,” spiega. “Ramush [Haradinaj] disse agli altri, ‘Scavate quattro tombe—non sappiamo se Bujar ce la farà.’”

Scavarono la sua tomba. Eppure, in qualche modo, contro ogni previsione, è sopravvissuto.

Oggi, Bujar non è solo un sopravvissuto alla guerra, ma una testimonianza vivente della resilienza. La sua voce non porta odio—porta peso. Il tipo che deriva dall'aver attraversato il fuoco e dal tornare a raccontare la storia.

In un altro momento agghiacciante, ha descritto come il proiettile di un cecchino gli abbia trapassato la mascella ed sia uscito dall'altro lato della testa—senza causare danni fatali. “Era come se il destino avesse messo in pausa la morte per un secondo e mi avesse lasciato continuare,” dice, quasi incredulo.

A sinistra, l'eroe Agim Selmanaj e a destra, Bujar Haradinaj, quando hanno combattuto nella guerra contro la Serbia.
A sinistra, l'eroe Agim Selmanaj, e a destra, Bujar Haradinaj a Dukagjin, quando hanno combattuto nella guerra contro la Serbia.
La storia di Bujar Haradinaj è più di un ricordo di guerra. È un promemoria del costo umano dietro i titoli dei giornali, dei sacrifici incisi nei corpi di coloro che hanno combattuto e delle tombe scavate non solo per i morti—ma per i morenti che in qualche modo si sono rifiutati di andarsene.
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