In un’inchiesta approfondita, la BBC ha acceso i riflettori sulla crescente influenza della mafia albanese nel traffico internazionale di cocaina, con particolare attenzione al ruolo strategico dell’Ecuador come snodo fondamentale per le rotte della droga verso l’Europa. L’articolo descrive un'espansione preoccupante della rete criminale, che oggi controllerebbe gran parte del flusso di cocaina dall’America del Sud al Vecchio Continente.
Dal porto di Guayaquil alle strade europee
César (nome fittizio), membro della gang ecuadoriana “Latin Kings”, racconta alla BBC il suo reclutamento da parte di un ufficiale di polizia corrotto per lavorare per la mafia albanese. In alcuni casi, ha guadagnato fino a 3.000 dollari per singole operazioni, ma sottolinea che non è solo il denaro a motivarlo: “Se rifiuti un incarico che ti chiedono gli albanesi, ti uccidono”.
L’Ecuador, pur non essendo produttore di cocaina, è diventato un punto nevralgico del traffico grazie alla sua posizione geografica e ai porti accessibili. Secondo il presidente Daniel Noboa, il 70% della cocaina mondiale passa ora dai porti ecuadoriani, proveniente da Colombia e Perù, i due maggiori produttori globali.
Metodi sofisticati e complicità locale
La droga viene spesso nascosta nei container prima dell’arrivo in porto, durante la permanenza nei terminal, o addirittura mentre le navi sono già in mare. Le gang utilizzano la corruzione sistematica per facilitare il transito della merce, corrompendo guardie portuali, autisti e tecnici di videosorveglianza.
Molti lavoratori, come il camionista “Juan”, vengono coinvolti inconsapevolmente. In altri casi, sono minacciati o costretti a collaborare. “Se non accetti di contaminare i container, hai due opzioni: lasciare il lavoro o morire”, racconta.
Compagnie fittizie e l’ascesa degli “uomini d'affari”
I gruppi mafiosi albanesi in Ecuador operano sotto le sembianze di imprenditori legittimi. Alcuni hanno persino creato aziende fittizie di import-export di frutta per camuffare il traffico di droga. Un caso emblematico è quello di Dritan Gjika, accusato di essere uno dei capi più potenti della mafia albanese nel Paese. Anche se attualmente è latitante, molti dei suoi collaboratori sono stati arrestati durante un’operazione di polizia internazionale.
“Durante quegli anni, le esportazioni di banane verso l’Albania sono esplose”, osserva Monica Luzárraga, avvocata che ha difeso uno dei membri della rete e ora denuncia pubblicamente il sistema.
Domanda europea in crescita
Il legame tra il traffico e la domanda europea è centrale. Secondo le Nazioni Unite, il consumo di cocaina ha raggiunto livelli record, con il Regno Unito in cima alla classifica. L’Agenzia Nazionale Anticrimine (NCA) stima che nel solo Regno Unito si consumino 117 tonnellate di cocaina all’anno, con un mercato del valore di circa 11 miliardi di sterline.
“Questo rende il Regno Unito il luogo ideale per le organizzazioni criminali, che traggono profitti immensi da questa domanda crescente”, afferma Charles Yates, vicedirettore della NCA.
Le conseguenze locali: violenza e disintegrazione sociale
Nel gennaio 2025, l’Ecuador ha registrato 781 omicidi, rendendolo il mese più violento degli ultimi anni. Molti di questi delitti sono legati al traffico di droga. L’economia post-pandemica, fragile e con pochi sbocchi per i giovani, ha reso facile il reclutamento da parte delle bande.
La presenza della mafia albanese è esplosa nel 2021, anno che ha visto un aumento significativo della presenza di cittadini albanesi e un’impennata nelle esportazioni verso l’Europa.
“È un business redditizio costruito sulla sofferenza”, afferma Luzárraga. “Come possiamo accettare un’economia fondata sulla morte di giovani e bambini?”
Un messaggio per l’Europa
Dalla BBC arriva un messaggio chiaro: il problema non è solo in Ecuador o nei Paesi produttori. È anche e soprattutto nelle capitali europee dove la droga viene consumata. “La catena che porta all’intrattenimento a Londra passa attraverso molto sangue”, ha dichiarato il presidente Noboa. “Quello che per uno è divertimento, per altri costa la vita”.
La lotta al traffico di droga richiede cooperazione internazionale, consapevolezza nei Paesi consumatori e un impegno reale per ridurre la domanda. Fino ad allora, la cocaina continuerà a fluire... e a uccidere.
Tags
cocaina