La ragnatela più grande del mondo scoperta al confine greco-albanese: oltre 111.000 ragni trovati in una grotta di zolfo

 Nel profondo delle colline rocciose vicino al confine greco-albanese, gli scienziati hanno fatto una scoperta che sembra uscita da un romanzo di fantascienza: la ragnatela più grande del mondo. Nascosta all'interno di una grotta piena di zolfo vicino a Sarantaporo, i ricercatori hanno identificato una colossale struttura di ragnatela che si estende per oltre 350 metri, abitata da più di 111.000 ragni.

Uno dei ricercatori che osserva la ragnatela
Uno dei ricercatori che osserva la ragnatela
Secondo uno studio pubblicato di recente su Subterranean Biology, questa enorme colonia di ragni è composta da due specie comuni ma straordinarie, che hanno sviluppato uno stile di vita cooperativo insolito nelle profondità sotterranee. La scoperta rappresenta il primo caso documentato di comportamento coloniale su larga scala in queste particolari specie e, probabilmente, la più grande struttura di ragnatela conosciuta sulla Terra.

Un mondo nascosto sotto il confine

La scoperta è stata fatta durante una spedizione scientifica nel 2024 da un gruppo di biologi ed ecologi speleologi. La loro ricerca si è concentrata sulle grotte di zolfo uniche situate nella zona di Sarantaporo, una regione caratterizzata da attività geotermica e da alti livelli di gas sotterranei. Queste condizioni creano un ambiente estremo — caldo, umido, oscuro e ricco di zolfo — dove solo organismi altamente adattabili possono sopravvivere.

All'interno di uno dei tunnel, il team ha incontrato quello che inizialmente sembrava uno strato di seta densa e nebbiosa che copriva le pareti della grotta. A un esame più attento, si è scoperto che non si trattava di una singola ragnatela, ma di un complesso mosaico di migliaia di ragnatele interconnesse che formavano una rete continua. Il tunnel, lungo circa 350 metri e alto solo pochi metri, era completamente rivestito da questa intricata struttura di seta.

Una colonia cooperativa di ragni

Ciò che rende questa scoperta ancora più straordinaria è che la ragnatela ospita due specie di ragni: Tegenaria domestica, comunemente noto come ragno domestico, e Prinerigone vagans, una specie più piccola che prospera in ambienti umidi. Tradizionalmente, entrambe queste specie vivono in modo solitario. Tuttavia, nella grotta, hanno evoluto un comportamento cooperativo di vita e caccia.

L'analisi del DNA condotta su campioni raccolti durante la spedizione ha confermato la presenza massiccia di entrambe le specie — circa 69.000 Tegenaria domestica e 42.000 Prinerigone vagans. La coesistenza di queste due specie in tale densità suggerisce una rara forma di adattamento interspecifico.

Secondo il dottor Aris Nikolaou, capo della spedizione, “È la prima volta che osserviamo questi ragni formare una colonia stabile e cooperativa di questa scala. Le condizioni estreme della grotta possono averli spinti a sviluppare nuovi comportamenti di sopravvivenza.”

Adattamento genetico e influenza ambientale

I dati molecolari dello studio hanno rivelato che i ragni che vivono all’interno della grotta di zolfo sono geneticamente distinti da quelli trovati all’esterno. Ciò indica che la popolazione sotterranea ha subito un adattamento significativo al suo ambiente tossico e buio. L’atmosfera ricca di zolfo e l’assenza di luce solare hanno creato un ecosistema unico, dove possono esistere solo forme di vita altamente specializzate.

Interessante è anche la composizione della seta dei ragni, che ha mostrato variazioni: gli scienziati hanno scoperto che contiene una maggiore concentrazione di proteine resistenti allo zolfo, probabilmente una risposta evolutiva alle condizioni chimiche della grotta. Questa adattazione biochimica aiuta la seta a mantenere forza ed elasticità anche in presenza di gas corrosivi.

Un nuovo capitolo nel comportamento dei ragni

Sebbene la costruzione collettiva di ragnatele sia nota tra alcune specie tropicali, un tale comportamento è praticamente sconosciuto tra i ragni delle zone temperate come Tegenaria domestica. La gigantesca ragnatela scoperta al confine greco-albanese potrebbe quindi ridefinire la comprensione scientifica delle strutture sociali dei ragni.

“Questa scoperta ci costringe a ripensare i limiti della cooperazione tra aracnidi,” ha spiegato il dottor Nikolaou. “Questi ragni hanno creato un ecosistema che funziona come una piccola città — con tunnel interconnessi, aree di caccia comuni e persino cicli riproduttivi coordinati.”

La scienza della ragnatela

La ragnatela stessa è un capolavoro di ingegneria. Estendendosi per circa 350 metri lungo un corridoio stretto della grotta, forma una rete continua di seta simile a un vasto sistema di imbuto. Migliaia di piccole ragnatele individuali si uniscono perfettamente tra loro, creando una singola struttura che filtra e intrappola minuscoli insetti portati dall’aria umida.

Sotto luce UV specializzata, i ricercatori hanno osservato un inquietante luccichio sulla superficie della ragnatela — un effetto dovuto alla fitta stratificazione delle fibre di seta. Si stima che la massa complessiva della seta superi i 15 chilogrammi, rendendola la ragnatela naturale più pesante mai registrata.

Implicazioni per la scienza e l’ecologia

La scoperta ha enormi implicazioni per la biologia evolutiva, l’ecologia e la ricerca sui biomateriali. Gli adattamenti genetici di questi ragni potrebbero ispirare futuri studi sulla resilienza in ambienti estremi. Inoltre, la composizione unica della loro seta potrebbe offrire nuove prospettive agli scienziati dei materiali che cercano di sviluppare fibre sintetiche avanzate resistenti alla corrosione chimica.

Per le comunità locali vicino al confine greco-albanese, la scoperta ha già suscitato interesse per il turismo ecologico e gli sforzi di conservazione. Tuttavia, i ricercatori avvertono che l’ambiente delicato della grotta deve essere protetto dall’interferenza umana.

“L’ecosistema è incredibilmente fragile,” ha detto il dottor Nikolaou. “Anche piccoli disturbi potrebbero interrompere migliaia di anni di evoluzione naturale. La nostra priorità ora è preservare questo sito come laboratorio naturale per la ricerca futura.”

La scoperta della ragnatela più grande del mondo nelle grotte di zolfo di Sarantaporo è una testimonianza dell’adattabilità e della complessità della natura. In uno degli ambienti più ostili della Terra, la vita non solo è sopravvissuta, ma ha trovato un modo per cooperare e prosperare.

Mentre la comunità scientifica continua a studiare questo fenomeno, la storia di questi ragni che vivono nello zolfo ci ricorda che, anche negli angoli più bui del pianeta, l’evoluzione continua a tessere i suoi sorprendenti fili.

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